Stato di emergenza per l’Emilia Romagna

Stato di emergenza per l’Emilia Romagna

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

FABBRI, DE MARIA, LENZI, ZAMPA, BOLOGNESI, GALLI C., BENEAMATI, MAESTRI, MONTRONI, BRATTI A., – Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere -
Premesso che:
nelle ultime settimane la regione Emilia-Romagna e in particolare le provincie di Bologna e di Parma sono state colpite da un’eccezionale ondata di maltempo a carattere alluvionale. Sono caduti quantitativi di pioggia da due ad oltre quattro volte in più rispetto alle medie stagionali e le precipitazioni sono state mediamente superiori ai 150 millimetri su tutta la regione, con punte oltre i 250 millimetri sulle colline emiliane e valori oltre i 600 millimetri sul crinale appenninico tosco-emiliano.
le frequenti precipitazioni, lo scioglimento della neve e l’elevato grado di saturazione dei bacini hanno provocato l’innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua, con conseguente stato di preallarme e allarme lungo fiumi come l’Enza, il Secchia, il Panaro e il Reno.
le ondate di piena che hanno coinvolto il reticolo idrografico regionale hanno danneggiato in modo significativo numerose opere idrauliche, provocato erosioni spondali, tracimazione di fossi e canali, danni alle strutture viabilistiche (strade e ponti) e cedimenti di parti delle reti fognarie e acquedottistiche, provocando allagamenti alle abitazioni (53 persone evacuate in 11 Comuni, con crolli e gravi rischi per 42 prime case) e alle attività produttive ( 9 ) e compromettendo la viabilità provinciale e locale (circa 16 le strade interrotte, senza alternative, a cui si aggiungono 31 strade comunali e 47 provinciali parzialmente interrotte, con transito limitato, oltre a quelle statali).
nel complesso, sono quasi 1400 le segnalazioni effettuate dagli enti locali e dai consorzi di bonifica: circa 500 riguardano frane, più di 350 le opere di bonifica. Le piogge hanno infatti determinato il riattivarsi di diversi movimenti  franosi in tutta l’area appenninica soprattutto in provincia di Bologna. Tra i più rilevanti l’interrogante segnala: la strada comunale Riola – Campolo (Grizzana Morandi) completamente asportata per oltre 500 metri, la strada comunale Montilocchi (Castel di Casio) completamente occupata da una frana, la strada Vicinale Pubblica dei Valgoni (Gaggio Montano) totalmente chiusa, la strada comunale Vignola dei Conti (Savigno) dove si è riattivata una frana storica, la SC Melrano (Savigno) con viabilità interrotta, ecc.;
in comune di San Benedetto Val di Sambro nel versante idrografico emiliano di Monte Oggioli (1260 metri s.l.m.) si è innescato un movimento franoso di enormi proporzioni, in evoluzione, (larghezza m. 800 – lunghezza km. 1, 5) posto tra il Rio degli Ordini ed il Rio Casa Mingoni che stà interessando diverse borgate composte da circa 12 alloggi dichiarati totalmente inagibili in quanto distrutti o irrimediabilmente danneggiati e sottoposti a continuo rischio, con il conseguente allontanamento dei cinque nuclei familiari ivi residenti, composti da 9 persone;
le gravi criticità che stanno interessando la viabilità nell’area appenninica tosco-emiliana stanno già ripercuotendosi negativamente sulle attività produttive della zona, con deleteree conseguenze per il sistema economico non solo locale e per l’occupazione;

l’Agenzia di protezione civile della regione Emilia-Romagna e il Servizio Tecnico di Bacino Reno con la partecipazione della provincia di Bologna, dei comuni e del consorzio di bonifica stanno monitorando la situazione, acquisendo informazioni, raccogliendo segnalazioni e richieste di interventi in emergenza, effettuando sopralluoghi al fine di poter predisporre già nei prossimi giorni un rapporto dettagliato della situazione;
l’allerta maltempo, emessa il 21 marzo scorso, è stata prolungata fino alle ore 15 di venerdi 22 aprile. Sotto osservazione è stato posto il bacino Reno oltre ai bacini Alto Lamone e Savio, Pianura di Forlì e Ravenna, Bacini Secchia e Panaro, Bacini Trebbia e Taro, Pianura di Parma e Piacenza e i territori appenninici dove permane un diffuso dissesto idrogeologico con possibili aggravamenti di movimenti franosi già in atto e attivazioni di nuovi.
per i primi interventi di somma urgenza la regione Emilia-Romagna ha già messo a disposizione, per l’intera regione, circa 700.000 euro a fronte degli oltre 8.500.000 euro per interventi urgenti su opere pubbliche stimati dagli enti locali e dai consorzi di bonifica nella sola Provincia di Bologna;

il 5 aprile u.s. il presidente della regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha inviato al Presidente del Consiglio dei ministri e al capo del dipartimento della protezione civile, la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza per il territorio regionale, stante l’impossibilità di far fronte alla grave situazione determinatasi con i poteri ordinari e con i mezzi finanziari disponibili. A tal proposito è stata richiesta l’assegnazione di risorse finanziarie per la realizzazione di interventi di somma urgenza e di messa in sicurezza che, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche regionali, ammontava alla data della richiesta dello stato di emergenza a 63 milioni di euro, mentre alla data odierna i danni stimati alle sole opere pubbliche e di bonifica assommano per l’intera regione a 116 milioni di euro;
Non è ancora stato stimato il valore economico dei danni a proprietà abitative ed economiche private;

se intenda sostenere la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 225 del 1992 avanzata dal presidente della regione Emilia-Romagna mettendo a  disposizione idonee risorse finanziarie per far fronte sia agli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio, sia – con priorità assoluta- per restituire adeguata e dignitosa collocazione abitativa alle famiglie che hanno perso tutto con le frane e per ripristinare il già precario e vulnerabile tessuto produttivo montano;
Se intenda provvedere – attraverso i necessari provvedimenti – riconoscere alla regione e agli enti locali coinvolti dalle calamità la deroga al patto di stabilità interno relativamente alla spesa per investimenti, al fine di permettere loro di approntare autonomi interventi con oneri a valere sui fondi disponibili nei bilanci regionali, provinciali e comunali.

Roma, 16 aprile 2013


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