Salvaguardare le Poste nei piccoli Comuni!

Salvaguardare le Poste nei piccoli Comuni!

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07871
presentato da
BORGHI Enrico
testo di
Martedì 10 febbraio 2015, seduta n. 374
BORGHI, TINO IANNUZZI, BRAGA, REALACCI, MARCO DI MAIO, FANUCCI, SALVATORE PICCOLO, ALBINI, ERMINI, LENZI, SBROLLINI, FRAGOMELI, MAZZOLI, TERROSI, GRIBAUDO, MAESTRI, LACQUANITI, BERGONZI, DELL’ARINGA, PREZIOSI, FAMIGLIETTI, LODOLINI, MARIANI, CARRESCIA, BRUNO BOSSIO, MALISANI, GADDA, D’INCECCO, SGAMBATO, GALPERTI, GIACOBBE, IORI, MANFREDI, AMATO, CENNI, FABBRI, MARANTELLI, VAZIO, IACONO, ALBANELLA, TULLO, MONTRONI, SENALDI, RIGONI, GUERRA, VERINI, AMODDIO, ZANIN, MORETTO, NARDI, TENTORI, ANTEZZA, VALERIA VALENTE, BINI, SANI, INCERTI, BONOMO, TARICCO, STELLA BIANCHI, COMINELLI, CASTRICONE, GIORGIO PICCOLO, GINATO, GULLO, BRATTI, DE MENECH, CINZIA MARIA FONTANA, DALLAI, ARLOTTI, ROMANINI, CANI e CAPONE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
Poste italiane spa è una società a capitale interamente pubblico che gestisce i servizi postali in una condizione di sostanziale monopolio e che garantisce l’espletamento del servizio universale sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l’adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
Poste italiane spa riceve significativi contributi da parte dello Stato nell’ambito della legge di stabilità per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali, eppure il piano di riorganizzazione previsto dall’azienda, che secondo fonti sindacali dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile nell’ambito dell’avviato processo di privatizzazione, prevederebbe, a livello nazionale la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici;
in data 22 gennaio 2014 il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni rispondendo a specifica missiva del presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna ha ricordato che con apposita delibera l’Autorità ha «ritenuto opportuno inserire (…) specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone remote del Paese (…) ritenendo prevalente l’esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio»;
in tale missiva il Garante esplicita chiaramente come «i divieti di chiusura, è bene sottolinearlo, tutelano situazioni individuate in base a parametri oggettivi: la natura prevalentemente montana e la scarsità abitativa sono desunte da classificazioni ISTAT e da dati demografici»;
la delibera AGCOM obbliga Poste italiane ad avviare con congruo anticipo con le istituzioni locali delle misure di razionalizzazione per avviare un confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale;
nonostante tale pronunciamento, si stanno diffondendo notizie di imminenti decisioni di chiusure di sportelli e uffici in tutta Italia, causando quindi notevoli difficoltà e generando una diminuzione della qualità e della fruibilità del servizio fornito alla clientela;
questa decisione unilaterale di Poste italiane conferma l’orientamento portato avanti dalla società negli ultimi anni che insegue una logica del guadagno puntando su assicurazioni, carte di credito, telefonia mobile e servizi finanziari in genere, a scapito delle esigenze della collettività, sacrificando uffici che ritiene «improduttivi» o «diseconomici», senza considerare che rappresentano un punto di riferimento per i cittadini dei piccoli comuni;
i servizi postali, in particolare per le famiglie e le imprese, sono fondamentali nello svolgimento di moltissime attività quotidiane, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l’invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale;
questa razionalizzazione rischia di tradursi in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti, su territori particolarmente disagiati –:
quali azioni il Ministro intenda intraprendere per garantire il rispetto dei disposti stabiliti dall’Autorità garante delle comunicazioni in ordine al divieto di chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate, e conseguentemente favorire una concertazione tra la direzione di Poste italiane spa e le amministrazioni locali, al fine di scongiurare la possibile chiusura degli uffici postali nei comuni più piccoli del territorio nazionale, nonché come si intenda intervenire per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste italiane spa arrechino disagi ai cittadini – utenti che non vedono garantita l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, nel rispetto dell’accordo siglato fra le Poste italiane spa e lo Stato.

COMUNICATO STAMPA

M. FABBRI, D. LENZI, D. MONTRONI (PD):
Con altri 64 Parlamentari abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico nel merito della decisione unilaterale di Poste Italiane Spa di procedere ad un vasto piano di chiusure e ridimensionamenti di Uffici Postali situati in piccoli comuni.
Anche l’Emilia-Romagna è coinvolta con 81 uffici in 69 Comuni.
Bologna, compresa Imola, con 13 comuni e 16 uffici: BENTIVOGLIO, BUDRIO, CAMUGNANO, CASALECCHIO DI RENO, CASALFIUMANESE, CREVALCORE, GAGGIO MONTANO, GRANAGLIONE, GRIZZANA MORANDI, IMOLA, LIZZANO IN BELVEDERE, MEDICINA, MOLINELLA
Undici uffici che chiudono e cinque uffici che riducono le giornate d’apertura.
E’ un errore considerare diseconomici presidi che nei piccoli comuni, soprattutto per gli anziani, sono fondamentali.
Poste italiane Spa è una società a capitale interamente pubblico che gestisce i servizi postali in una condizione di sostanziale monopolio e che garantisce l’espletamento del servizio universale sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l’adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste.
Per questo motivo Poste Italiane riceve contributi dallo Stato per mantenerli aperti. Il garante per le comunicazioni ha stabilito che Poste Italiane concerti con gli Enti Locali su questa materia. Invece non è così.
Chiediamo al Ministro le azioni che intende intraprendere per salvaguardare i servizi postali nelle zone cosiddette marginali, che sono tanta parte del territorio italiano.

Comunicato ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico sul tema razionalizzazione uffici postali

Roma, 12 febbraio 2015
Il confronto con Regioni e Comuni precederà la fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali.
Questa la conclusione condivisa al termine dell’incontro che si è tenuto oggi al Ministero dello Sviluppo economico tra il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, l’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e il presidente dell’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani.
Poste Italiane si è impegnata a coinvolgere Regioni ed enti locali per spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini. Il piano di chiusura degli uffici postali previsto nel 2015 è conforme ai criteri fissati dalla delibera Agcom: spetterà all’Authority – come da sue prerogative – verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio.
Giacomelli prenderà ora contatto con il presidente della Conferenza delle regioni Sergio Chiamparino e con il presidente dell’Anci Piero Fassino per concordare le modalità di coinvolgimento degli enti locali nel piano di Poste.
L’incontro di oggi era stato richiesto dal sottosegretario allo Sviluppo economico la settimana scorsa dopo avere raccolto molte preoccupazioni e richieste di intervento da parte di amministratori comunali e regionali.


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