Interrogazione: Videosorveglianza e sicurezza urbana

Interrogazione: Videosorveglianza e sicurezza urbana

Un Decreto convertito in Legge ad aprile 2017 prevedeva lo stanziamento di 37 milioni di euro per finanziare interventi di miglioramento della sicurezza urbana da parte dei Comuni. Il testo prevedeva che entro 90 giorni dalla conversione del Decreto venissero stabilite le modalità di ripartizione del fondo e si potesse quindi procedere con gli interventi. I 90 giorni sono ampiamente trascorsi ma nessuna indicazione è ancora giunta dal Ministero. Ho quindo sollecitato tramite un’interrogazione il Ministero ad intervenire.

Interrogazione Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

il decreto-legge del 20 febbraio 2017, n. 14, convertito dalla legge 18 aprile 2017, n. 48 reca disposizioni in materia di sicurezza integrata e di sicurezza urbana;

l’articolo 5, comma 2-ter, autorizza una spesa complessiva di 37 milioni di euro (7 milioni nel 2017, 15 milioni sia nel 2018 che nel 2019) per l’installazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei comuni. La definizione delle modalità di presentazione delle richieste da parte dei comuni interessati nonché dei criteri di ripartizione delle risorse è demandata ad un successivo decreto del Ministro dell’interno da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge succitata;

l’uso condiviso dei moderni sistemi di videosorveglianza urbana in dotazione alle città tra polizia, carabinieri e vigili urbani ha permesso indiscutibili successi investigativi, nello spirito di una collaborazione interforze;

da circa due anni diverse pubbliche amministrazioni, attraverso i propri uffici di polizia locale, stanno investendo risorse pubbliche in soluzioni tecnologiche di videosorveglianza a valore aggiunto, implementando sui propri territori alcune telecamere intelligenti in grado di leggere le targhe dei mezzi in circolazione sulle strade ed avere la possibilità, attraverso piattaforme software dedicate ed un collegamento di rete configurato per connettersi direttamente al Ministero dell’interno, di ottenere in tempo reale informazioni circa la presenza di veicoli circolanti sul territorio e segnalati come «veicoli con denuncia di furto»;

dal 20 marzo 2017 però il Viminale ha bloccato tutti gli accessi automatici alla banca dati dei veicoli rubati, ai numerosi varchi lettura targhe presenti sul territorio nazionale, di proprietà dei comuni, in uso a tutte le forze di polizia, interrompendo il servizio senza alcuna comunicazione o preavviso. La nuova procedura prevede l’autorizzazione al collegamento con il server di Napoli dei veicoli rubati per il quale occorrono formalità tecniche e burocratiche lunghe e complicate. Detto collegamento risulta complesso e non idoneo a supportare anche la polizia locale che non è considerata una forza di polizia idonea all’accesso al centro nazionale targhe e transiti;

a parere dell’interrogante riattivare il collegamento massivo alla banca dati disponibile sul web, non aggiornatissima come il ced (con un ritardo medio di 2,3 giorni), sarebbe molto utile agli organi che svolgono indagini;

per il Ministero dello sviluppo economico gli impianti di videosorveglianza urbana sono assimilabili ai sistemi di trasmissione dati in disponibilità dei privati cittadini e quindi per l’esercizio di queste tecnologie il comune deve presentare una dichiarazione soggetta a Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), e pagare annualmente il contributo annuo dovuto allo Stato per non incorrere nelle sanzioni previste dal codice delle comunicazioni elettroniche;

l’interrogante con ordine del giorno n. 9/4310-A/23, accolto dal Governo, impegnava il Governo medesimo alla corretta interpretazione della norma a favore degli enti locali e l’esonero da oneri e/o canoni di concessione o autorizzazione se questi sono destinati a soddisfare esigenze e/o servizi di ordine e/o sicurezza pubblica e/o urbana e/o a consentire comunicazioni elettroniche inerenti servizi di polizia statali o locali ivi comprese le radiocomunicazioni –:

al fine di perseguire gli obiettivi di collaborazione interforze e di interscambiabilità dei dati nell’ambito del sistema di sicurezza integrato e urbano, quanto indicato nell’ordine del giorno n. 9/4310-A/23 trovi piena applicazione;

quali siano i tempi entro i quali si intenda emanare il decreto ministeriale di cui in premessa per la definizione delle modalità di presentazione delle richieste da parte dei comuni interessati ad installare sistemi di videosorveglianza, e se non ritenga urgente ripristinare la possibilità di accesso automatico alla banca dati dei veicoli rubati attraverso la motorizzazione, pratica già consentita in maniera gratuita per verificare la mancata copertura assicurativa e la regolarità delle procedure di revisione dei veicoli.

 

 

Leggi il comunicato stampa di ANCI ER

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, gli onorevoli interroganti segnalano la sospensione, a decorrere dal 20 marzo scorso, di un servizio gratuito erogato dal Ministero dell’interno fruibile anche dalle Polizie locali, finalizzato ad ottenere in tempo reale informazioni sulla presenza di veicoli circolanti sul territorio, oggetto di denuncia di furto. Tale circostanza avrebbe creato difficoltà nell’espletamento dei controlli in sede locale e, per tale ragione, chiedono il ripristino del predetto servizio. 
  Il sistema a cui fa riferimento l’interrogazione consiste verosimilmente nel servizio Crimnetdi consultazione on line dei dati dei veicoli e dei documenti smarriti o rubati nonché delle banconote da ricercare, fornito al pubblico dal Dipartimento della pubblica sicurezza attraverso una piattaforma web istituzionale. 
  I dati sulla piattaforma web sono disponibili, esclusivamente nell’interesse della persona che ha smarrito ovvero subito il furto. Essi hanno valore puramente informativo poiché non aggiornati in tempo reale con i dati del Centro Elaborazione Dati interforze, che sono ad esclusiva disposizione degli operatori delle Forze di polizia, ai sensi delle legge n. 121 del 1981.
  Il servizio Crimnet, nelle more di un potenziamento tecnologico complessivo, è stato oggetto di una recente rivisitazione funzionale per elevare gli standard di sicurezza e protezione dei dati, in sintonia con le indicazioni fornite dal Garante per la protezione dei dati personali in tema di consultazione delle predette informazioni. 
  L’innovazione tecnologica avviata progressivamente negli ultimi mesi ha riguardato l’introduzione di limitazioni tecniche volte ad impedire l’effettuazione di interrogazioni massive e a circoscrivere così l’accesso a singoli utenti. 
  In particolare, in adesione alle indicazioni del Garante, la fruibilità di tali dati non è indirizzata ad attività di polizia ma alla mera informazione ai cittadini, che sono invitati a rivolgersi alle Forze di polizia per eventuali approfondimenti. 
  Per tali motivi, appare evidente che il servizio Crimnet non può essere posto alla base delle necessità istituzionali delle Polizie locali. 
  Va, poi, ricordato che il CED del Dipartimento della pubblica sicurezza fornisce le informazioni circoscritte ai veicoli rubati (in particolare targhe e telai) in tempo reale, e senza oneri, alla società Ancitel s.p.a, che offre servizi telematici ai comuni aderenti. Tale ultimo canale è stato strutturato per effettuare interrogazioni puntuali sul singolo «oggetto» in relazione ai servizi di polizia stradale della polizia municipale. 
  Per quanto concerne, infine, i tempi di emanazione del Decreto del Ministro dell’interno, per la definizione delle modalità di presentazione delle richieste da parte dei Comuni interessati all’installazione di sistemi di videosorveglianza, si rappresenta che il relativo schema di provvedimento è stato trasmesso il 9 novembre scorso al Ministero dell’economia e delle finanze per l’acquisizione del preventivo assenso ai fini del concerto.


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