Interrogazione: Posta a giorni alterni

Interrogazione: Posta a giorni alterni

Ho presentato un’interrogazione relativa alla consegna della posta a giorni alterni che è in via di sperimentazione da parte di Poste Italiane:

Interrogazione a risposta in commissione 5-08415
presentato da
FABBRI Marilena
testo di
Martedì 19 aprile 2016, seduta n. 609
   FABBRI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
l’8 febbraio 2016 ha preso avvio in Emilia-Romagna il piano di Poste Italiane di consegnare la posta a domicilio per giorni alterni;
secondo notizie di stampa di questi giorni nei magazzini di Poste, delle principali città della regione Emilia Romagna, giacerebbero quintali di corrispondenza non consegnata, con evidenti disagi per cittadini. Le situazioni più critiche si registrano a Parma e Piacenza con oltre 50 quintali di corrispondenza in giacenza, ma il problema è omogeneo su tutto il territorio regionale;
l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato il piano industriale di Poste Italiane per il 2015-2019, definendo i criteri che devono essere rispettati per individuare i comuni interessati dalla misura, in virtù delle particolari circostanze, anche di natura geografica, che caratterizzano l’ambito del recapito postale sul territorio italiano. L’attuazione del recapito a giorni alterni (secondo lo schema bisettimanale, lunedì-mercoledì-venerdì e martedì-giovedì) si sta attuando in tre fasi successive, di cui le prime due già avviate rispettivamente il 1 o ottobre 2015, il 1o aprile 2016 e la terza non prima del mese di febbraio 2017. La prima fase ha coinvolto una ristretta fascia di popolazione (pari allo 0,6 per cento), fino a raggiungere il 25 per cento della popolazione nazionale nella fase conclusiva. Dopo la prima fase, nel caso in cui si verifichino criticità, l’Autorità ha il potere di intervenire inibendo l’ulteriore prosecuzione del recapito a giorni alterni o stabilendo particolari condizioni volte a salvaguardare la regolarità del servizio o la realizzazione degli obiettivi previsti di contenimento dei costi;
la Commissione europea ha inviato una lettera all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni definendo il diritto alla comunicazione tra cittadini un obbligo, al quale Poste può venir meno solo «in circostanze o situazioni geografiche eccezionali»;
Poste italiane riceve da tempo un contributo dallo Stato per coprire parte dei costi del servizio universale;
le nuove tecnologie non sopperiscono al disagio recato dall’applicazione di tale piano e ad un diritto di comunicazione postale per cittadini ed imprese che sta via via peggiorando;
la legittima esigenza di riorganizzazione, non deve e non può inficiare l’affidabilità e la competitività dell’azienda, con il rischio di perdere considerevoli quote di mercato a vantaggio di altri competitor e a discapito della collettività e degli stessi lavoratori di Poste Italiane –:
se non ritenga opportuno fornire dettagliati elementi in merito all’applicazione di tale piano e, per quanto di competenza, intervenire per continuare a garantire il servizio postale universale, in particolare nelle zone del Paese già svantaggiate, e per risolvere una situazione penalizzante e incoerente rispetto agli obiettivi del pubblico servizio. (5-08415)


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