Interrogazione: Matrimoni precoci, contrastare la diffusione di questo fenomeno

Interrogazione: Matrimoni precoci, contrastare la diffusione di questo fenomeno

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11803
presentato da
FIANO Emanuele
testo di Mercoledì 12 luglio 2017, seduta n. 832
FIANO e FABBRI. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
i matrimoni precoci, ancora diffusi nel mondo in diversi contesti politici e culturali, violano il diritto di bambine e ragazze di vivere con gioia, serenità e in piena autonomia. Impediscono di essere protagoniste della propria vita, di innamorarsi e di scegliere liberamente quando creare una famiglia. Essere costrette a sposarsi ancora piccole, ben prima dei 18 anni, con uomini già adulti, spesso molto più anziani e con già altre mogli, toglie a bambine e ragazze speranze, occasioni di educazione e lavoro, nonché possibilità di crescere, seguendo inclinazioni, desideri e tempi non forzati;
in Italia non esistono ricerche statistiche dedicate in grado di fornire informazioni sui matrimoni forzati; tuttavia, anche se si tratta di un fenomeno difficile da rilevare per le sue caratteristiche complesse, attraverso le associazioni impegnate sul tema si ritiene che il fenomeno, con l’incremento dell’immigrazione delle famiglie provenienti dal subcontinente indiano e da alcuni Paesi arabi sia aumentato; si stima infatti che anche nel nostro Paese si stia diffondendo il fenomeno dei matrimoni combinati che coinvolge principalmente giovani donne e bambine, ma anche bambini, costrette a rientrare nei Paesi di origine perché promesse spose dalle famiglie di appartenenza, quando magari in Italia sono già integrate, costruendosi una vita. Eccetto poche scelte volontarie, la maggior parte di queste ragazze sono forzate e obbligate;
in Italia non esiste una normativa che faccia riferimento al problema dei matrimoni forzati e a parere degli interroganti il riconoscimento della cittadinanza per « ius soli» e « ius culturae» potrebbe fungere da deterrente ai rimpatri forzati di queste ragazze o comunque costituire una maggiore tutela per queste/i bambine/i –:
se il Ministero interrogato non ritenga opportuno disporre di una mappatura del fenomeno dei matrimoni forzati sul territorio italiano e quali strategie, intenda mettere in atto per prevenirne e contrastarne comunque la diffusione. (5-11803)5-11803 Fiano: Sulle iniziative per contrastare la diffusione dei «matrimoni forzati».

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Signor/Signora Presidente, onorevoli colleghi,
gli onorevoli Fiano e Fabbri, nell’evidenziare la gravità del fenomeno dei matrimoni precoci, chiedono che il Ministero dell’interno valuti l’opportunità di effettuarne la mappatura. Chiedono altresì di conoscere quali strategie si intendano porre in essere per prevenire e contrastare la diffusione del fenomeno medesimo.
Si premette che la «Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica», stipulata a Istanbul l’11 maggio 2011, prevede, all’articolo 37, la fattispecie penale del «matrimonio forzato».
Si tratta di un reato che non è stato introdotto nel nostro ordinamento, ragion per cui il Dipartimento della pubblica sicurezza non dispone di statistiche sul fenomeno in argomento.
Ricordo che sia la Camera che il Senato, nel corso di questa legislatura, con l’approvazione di varie mozioni, hanno impegnato il Governo a valutare l’opportunità di dotare l’Italia di un’apposita normativa al fine di configurare il matrimonio forzato come nuova fattispecie delittuosa.
Sull’argomento sono in corso di esame alla Commissione giustizia del Senato tre disegni di legge d’iniziativa parlamentare. Il Governo sta assicurando il proprio contributo al dibattito in tale sede.
In merito al secondo quesito posto dagli onorevoli interroganti, rappresento che le Forze di polizia svolgono da tempo un’efficace azione di prevenzione e contrasto per impedire il verificarsi di ogni forma di illegalità, mirando ad intercettare ogni minimo segnale di rischio per la sicurezza di persone appartenenti alle fasce più deboli ed esposte.
Sono state assunte tutta una serie di iniziative volte ad istituire Uffici specializzati nella trattazione dei casi di sopraffazione e violenza di genere e per affinare la sensibilità degli operatori di polizia verso le vittime, tanto più se minorenni, creando le condizioni anche ambientali capaci di incoraggiare le scelte di denuncia.
In tale ambito, è stata curata la formazione multidisciplinare, al fine di promuovere maggiore consapevolezza dei fenomeni di sopraffazione di genere nonché di standardizzare i metodi di approccio basati sull’attenzione verso le vittime. In particolare, per gli operatori assegnati agli Uffici specialistici, si è concentrata l’attenzione sulle «buone prassi» investigative e sugli strumenti di intervento messi a disposizione dalla legislazione, dedicati anche alle donne straniere minorenni.
L’obiettivo è quello di mettere in grado l’operatore di polizia di effettuare accertamenti il più possibile esaustivi, anche se i fatti denunciati inizialmente non appaiono penalmente rilevanti sotto il profilo della condotta oggettivamente posta in essere. Essi possono diventarlo, infatti, se associati a conseguenze oggettive di tipo psicologico o materiale.
D’altra parte, la scelta più giusta in questo delicato settore appare quella di «fare rete» tra il mondo della prevenzione di polizia e quello dei diversi attori – istituzionali e non –, che operano nel settore del sociale e della crescita educativa e culturale.
Da questo punto di vista, il «Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere», varato il 7 luglio del 2015, rappresenta uno strumento che può diventare un importante volano.

Marilena FABBRI (PD), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Sottosegretario. Constata, infatti, che il fenomeno è monitorato dal Governo anche se non è ancora configurato come reato. Si augura al proposito che si concluda in tempi brevi l’iter delle proposte di legge in materia all’esame della Commissione Giustizia del Senato. Sottolinea, al fine di contrastare il fenomeno in questione, l’importanza di una rete tra i soggetti istituzionali coinvolti, quali scuole e servizi sociali.


Condividi:

No comments yet.

Join the Conversation