Interrogazione IMT Casalecchio

Interrogazione IMT Casalecchio

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09789
presentato da
FABBRI Marilena
testo presentato
Lunedì 17 ottobre 2016
modificato
Mercoledì 26 ottobre 2016, seduta n. 699
  FABBRI, BENAMATI, ANZALDI, ARLOTTI, BARUFFI, BERGONZI, PAOLA BOLDRINI, BOLOGNESI, BRATTI, DE MARIA, MARCO DI MAIO, GANDOLFI, GHIZZONI, INCERTI, IORI, LATTUCA, LENZI, PATRIZIA MAESTRI, MARCHI, MONTRONI, PAGANI, GIUDITTA PINI, RICHETTI, ROMANINI, TINAGLI, ZAMPA, PAOLA BRAGANTINI, PATRIARCA. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
i lavoratori dello stabilimento IMT di Casalecchio di Reno (BO), azienda facente parte del gruppo Paritel di Castel Maggiore (BO) che dà lavoro a 219 persone, qualche giorno fa erano scesi in sciopero ad oltranza, fermando di fatto la produzione, dopo l’esito negativo dell’incontro tra la nuova proprietà e i sindacati che si è tenuto ad Alessandria il 30 settembre 2016;
il gruppo Paritel, come si evince dall’atto di sindacato ispettivo n. 5-09134, cofirmato anche dall’interrogante, ha messo in vendita anche altre aziende di cui è proprietaria, come la Demm di Porretta T. e la Cevolani di San Lazzaro, contribuendo ad uno smantellamento dei siti produttivi e ad un profondo depauperamento di posti di lavoro dalla montagna alla pianura del comprensorio bolognese;
le proposte della nuova proprietà italo-cinese che intende ridurre da 210 a 90 i dipendenti ed in particolare da 50 a 10 quelli di Casalecchio non sono state ovviamente accettate dai sindacati. La trattativa quindi è ferma;
le posizioni del nuovo acquirente sono ancora troppo distanti da quelle dei sindacati e situazione è anche complicata dal fatto che i tre stabilimenti vengono da storie e situazioni socio-economiche diverse. Ad esempio, lo stabilimento di Cassine è in una posizione che ricorda molto quella Demm di Porretta, cioè sono entrambe realtà in cui la sparizione della ditta provocherebbe un forte contraccolpo all’economia della zona. Va peraltro detto che, se i piemontesi rischiano un forte ridimensionamento, lo stabilimento di Casalecchio rischia la chiusura;
sulla trattativa incombe, infatti, una data inderogabile. Il 7 novembre 2016, infatti, scadrà il termine della amministrazione straordinaria. Se non si troverà un accordo entro tale giorno, il gruppo IMT dovrà per forza di cose dichiarare il fallimento ed in questo modo i dipendenti in primis rischierebbero di perdere molte delle competenze ad ora congelate dall’amministrazione straordinaria. Dall’8 novembre 2016 i dipendenti sarebbero di fatto licenziati;
il 20 ottobre 2016 è previsto al Ministero dello sviluppo economico un incontro tra le parti e l’interrogante auspica una mediazione da parte del Ministero per convincere il nuovo acquirente ad una condizione più ragionevole per l’acquisto della società e per la gestione dei dipendenti;
sarebbe auspicabile, non solo operare per una «riduzione del danno» il più ampia possibile, ma anche ragionare sulla proposta di ammortizzatori sociali per permettere ai dipendenti di avere almeno altri due anni di liquidità garantiti, in modo che alcuni di loro possano raggiungere l’età pensionabile in regime di mobilità ordinaria –:
cosa intenda fare per evitare il progressivo smantellamento di tale realtà industriale con evidenti ricadute sia sul tessuto occupazionale che produttivo, e quali ammortizzatori sociali si intendano attivare. (5-09789)

5-09789 Fabbri: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento IMT di Casalecchio di Reno.
TESTO DELLA RISPOSTA

  La IMT, come noto agli interroganti, è stata sottoposta alla procedura di Amministrazione Straordinaria ai sensi del d.lgs. 270/99 in data 20 marzo 2015. In data 26 marzo 2015 è stato nominato, in qualità di Commissario Straordinario, il prof. Umberto Tombari. In seguito la procedura è stata estesa ad altre aziende del Gruppo Paritel (Cevolani, DEMM, Paritel Immobiliare, Govoni Sim Bianca e l’holding Paritel).
  Il 19 maggio 2015 il Commissario ha presentato per la IMT un programma di cessione dei complessi aziendali ai sensi dell’articolo 27 comma 2, lettera a) del citato decreto legislativo. Il programma (con durata di un anno) è stato approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico in data 8 luglio 2015.
  Per altre aziende del gruppo (Cevolani, DEMM, Govoni Sim Bianca Impianti) sono analogamente stati presentati e approvati programmi di cessione dei relativi complessi aziendali.
  Voglio ricordare che, la procedura di Amministrazione Straordinaria mira alla conservazione del patrimonio produttivo nell’ottica di garantire la continuità produttiva e, conseguentemente, evitare crisi occupazionali ed industriali.
  A tal fine il Ministero sta vigilando sull’operato del Commissario che ha tempestivamente dato corso alle attività propedeutiche alla cessione dei complessi aziendali; al riguardo è bene evidenziare come le aziende del Gruppo, tutte formalmente indipendenti, sono necessariamente state poste in vendita singolarmente posto che svolgevano attività del tutto diverse l’una dall’altra oltre ad essere dislocate in territori diversi.
  Al riguardo devo anche evidenziare come non sia esatto giuridicamente oltre che concettualmente affermare che l’amministrazione straordinaria «congeli» le attività, posto che durante l’esercizio di impresa il Commissario garantisce la continuità aziendale e produttiva, salva l’ipotesi del fallimento che, ad oggi, non ha coinvolto nessuna delle imprese del Gruppo.
  Con provvedimento del MiSe in data 28 giugno 2016, infatti, previo parere del Comitato di Sorveglianza, è stata autorizzata la cessione dei complessi aziendali in attività.
  Con riferimento a quest’ultima, il termine del 7 novembre 2016, inizialmente previsto per la scadenza del programma a seguito della proroga concessa ex articolo 66 del decreto legislativo n. 270 del 1999 dal Tribunale di Bologna, non ha comportato al suo scadere la conversione della procedura in fallimento. Al riguardo, il decreto legislativo n. 270 del 1999 prevede la possibilità di prorogare il programma sino a 3 mesi ai sensi dell’articolo 66 del medesimo decreto legislativo, mentre il novellato articolo 57 dello stesso decreto, a determinate condizioni, consente una proroga per un periodo non superiore a 12 mesi.
  Con DM in data 16 novembre 2016 il programma è stato prorogato per ulteriori 5 mesi, proprio ai sensi di quanto previsto dall’articolo 57 del decreto legislativo n. 270 del 1999.
  In questo percorso il Commissario, coadiuvato all’occorrenza dagli uffici del Ministero che rappresento, ha costantemente tenuto i rapporti con le OO.SS. che sono state costantemente informate dell’evolversi della situazione.
  Grazie a questa attività il 23 novembre 2016 è stato possibile pervenire per la IMT alla sottoscrizione di un accordo sindacale ai sensi dell’articolo 47 della L. 428/90. L’accordo è propedeutico al trasferimento dell’azienda (con oltre 90 dipendenti) all’acquirente individuato nella Grinding Technology, all’esito di un bando ad evidenza pubblica.
  Quanto agli ammortizzatori sociali, rappresento che il Commissario ha attivato tutte le forme dedicate di sostegno al reddito (CIGS) previste dalla normativa sull’amministrazione straordinaria e che nessuno dei lavoratori in forza alla procedura è rimasto senza integrazione salariale.
  Sarà cura del Ministero dello Sviluppo Economico continuare a seguire la vicenda e tenerne informati gli onorevoli colleghi.

 Marilena FABBRI (PD), replicando, ringrazia il Governo per la risposta che fornisce un quadro purtroppo non positivo della vicenda dei lavoratori dello stabilimento IMT. Auspica, pertanto, che il Governo possa continuare a svolgere un’efficace azione di monitoraggio sulla crisi in discussione al fine di tutelare al meglio le prospettive di circa venti lavoratori che, in base all’accordo sindacale raggiunto, non saranno contestualmente ricollocati dal nuovo acquirente, per i quali occorre individuare soluzioni alternative.


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