Interrogazione a risposta in commissione 5-12734
presentato da
FABBRI Marilena
testo di
Venerdì 17 novembre 2017, seduta n. 887
FABBRI e LENZI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la situazione demografica delle città registra una crescita notevole della popolazione anziana e, all’interno di questa fascia, aumentano i problemi di limitata mobilità o di disabilità motoria;
analizzando nello specifico la città di Bologna alla fine del 2015 risiedevano 99.135 anziani con più di 64 anni e di questi ben 35.496 avevano ottant’anni e più. In particolare, a fronte di una relativa stabilità nell’ultimo periodo del complesso della popolazione anziana oscillante intorno alle 100.000 unità (pari al 25,6 per cento della popolazione), il segmento degli ultra ottantenni ha registrato una crescita progressiva e ininterrotta che ha incrementato anche il suo peso relativo fino a sfiorare il 10 per cento del totale. Queste tendenze sono peraltro destinate a proseguire. Le previsioni demografiche recentemente diffuse per il comune di Bologna e per l’area metropolitana confermano che l’invecchiamento della popolazione proseguirà anche nei prossimi quindici anni, con ritmi più accentuati per il resto dell’area metropolitana (+27,6 per cento gli ultra sessantaquattrenni) rispetto al comune capoluogo (+7,9 per cento). In particolare, grandi anziani di 80 anni e oltre dovrebbero aumentare di ben il 42 per cento negli altri comuni e di oltre il 15 per cento per cento nel comune di Bologna;
prendendo in esame la dotazione di servizi del patrimonio abitativo cittadino bolognese, emerge che l’ascensore è tra le dotazioni infrastrutturali più assenti, benché indispensabile, in particolare nei fabbricati di tre o più piani;
i dati del censimento 2011 indicano che dei 22.149 edifici ad uso residenziale presenti in città 16.851 si sviluppano su tre o più piani fuori terra. Di questi ben 12.287 sono privi di ascensore, una quota pari a quasi i tre quarti dei fabbricati con tre o più piani;
fino agli anni ’80 i nuovi fabbricati di tre piani, specie se non di pregio, erano spesso privi di ascensore e quindi è forse opportuno precisare meglio l’analisi restringendola agli edifici residenziali con più di tre piani (11.707);
la percentuale di fabbricati di tre o più piani privi di ascensore è più elevata in diverse aree di periferia rispetto a quelle centrali, malgrado in queste ultime gli edifici siano più vecchi e teoricamente meno idonei all’installazione di questo servizio;
la presenza in varie aree periferiche di fabbricati spesso di edilizia popolare risalenti agli anni ’50 e ’60 determina probabilmente un’incidenza più elevata di immobili privi di ascensore;
una riqualificazione del patrimonio abitativo, in grado di prevedere anche l’installazione dell’ascensore, consentirebbe alle persone anziane, ma non solo, una migliore fruizione del proprio immobile favorendone senz’altro la mobilità;
attualmente, non esistono interventi regionali o statali per finanziare l’installazione di nuovi ascensori negli edifici costruiti prima della normativa in materia di barriere architettoniche –:
se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per favorire, attraverso una programmazione pluriennale, l’installazione di ascensori su immobili residenziali sia pubblici che privati già esistenti, laddove possibile, per favorire la mobilità delle persone anziane o disabili, istituendo fondi finalizzati in tal senso ovvero prevedendo agevolazioni o sgravi fiscali che siano fruibili anche da contribuenti incapienti.