Il Governo per le imprese: il Decreto “Sbloccadebiti”

Il Governo per le imprese: il Decreto “Sbloccadebiti”

Decreto-Legge 8 aprile 2013, n. 35 “Sbloccadebiti” - Legge 6 giugno 2013, n. 64  

Le disposizioni non puntano a estinguere interamente i debiti, ma attivano processi che hanno l’obiettivo di pagare 20 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. In parte, ciò avverrà liberando gli enti che hanno disponibilità liquide dai vincoli del patto di stabilità; in parte, avverrà fornendo agli altri enti la liquidità mancante, attraverso anticipazioni a carico del Tesoro. Queste anticipazioni verranno restituite dagli enti beneficiari con piani di ammortamento di lungo periodo. Per procacciare la liquidità necessaria, il Tesoro è autorizzato a nuove, e consistenti, emissioni di titoli del debito pubblico nazionale. I crediti già ceduti pro-soluto a intermediari finanziari verranno pagati direttamente sotto forma di buoni del tesoro. Si prevede che il denaro così messo in circolazione possa avere effetti benefici per l’economia quantificabili in un + 0,2 nel 2013 e un + 0,7 nel 2014 infine in un + 0,3 nel 2015.

Il decreto prevede quindi un peggioramento dell’indebitamento netto 2013 quantificabile  in 7,8 miliardi di euro. Sono i pagamenti per gli arretrati delle spese di investimento, pari allo 0,5% PIL. Questi sposterebbero il Rapporto Deficit Pil 2013 dal 2,4% a 2,9% ma comunque sotto la soglia del 3%, necessaria per uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo e recuperare margini di manovra all’interno dei parametri europei. L’Italia per azionare questa misura ha ricevuto una forte spinta da parte delle autorità europee, al pari di quanto fatto dalla Spagna nell’autunno dello scorso anno. Le finalità del decreto insomma sono chiare: immettere in tempi brevi liquidità nel sistema economico ed in tal modo agevolare una ripresa della crescita del prodotto. Si è infatti evidenziata la necessità di affiancare al consolidamento dei conti pubblici specifiche azioni di sostegno, capaci di fronteggiare l’accentuata debolezza della domanda interna,

facendola ripartire già a decorrere dalla seconda metà dell’anno in corso. Per tali ragioni il decreto risulta qualificato come provvedimento collegato alla manovra finanziaria. Per quanto concerne la finanza pubblica, occorre precisare che i pagamenti arretrati per le spese correnti, essendo già contabilizzati, non impattano sull’indebitamento netto, ovvero sulla misura europea del deficit pubblico mentre, come abbiamo visto, avranno un effetto sull’indebitamento netto (deficit), e limitatamente all’anno in corso 2013, solo i pagamenti di spese in conto capitale. Proprio per questo tali misure per un verso non compromettono il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio in termini strutturali in quanto classificate come temporanee, per altro verso pur aumentando il debito, non rappresentano una contravvenzione alla regola europea della riduzione dello stock di debito di 1/20 all’anno, operativa a partire dal 2016.

LE MISURE.

Esclusione per il 2013 dal patto di stabilità interno dei pagamenti di debiti di parte capitale (aumenti di spesa per investimenti) per un importo di:

  • 5 miliardi di euro per quanto riguarda gli Enti locali;
  • 1,4 miliardi per quanto riguarda le Regioni;
  • 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei.

Istituzione nel bilancio dello Stato di un unico Fondo per assicurare i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili, con una dotazione di 10 miliardi di euro per il 2013 e di 16 miliardi per il 2014 (anticipazioni di liquidità da restituire con piano di ammortamento). Il Fondo è distinto in tre Sezioni dedicate, tra le quali possono essere effettuate variazioni compensative, per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili di:

  • Enti locali, per importi pari a 1,8 miliardi per ciascuno degli anni 2013 e 2014;
  • Regioni e Province autonome, per importi pari a 3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014 per i debiti diversi da quelli finanziari e sanitari;
  • Enti del Servizio Sanitario Nazionale, per importi pari a 5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014.

Ampliamento del limite massimo al ricorso delle anticipazioni di tesoreria da parte degli Enti locali sino alla data del 30 settembre 2013;

Iincremento delle erogazioni per i rimborsi di imposta per 2,5 miliardi nel 2013 e 2,75 miliardi nel 2014; 1,25 miliardi nel 2014 per incremento limite compensazioni fiscali fino a 700.000 euro.

Rifinanziamento di 500 milioni di un apposito fondo per il pagamento dei debiti delle amministrazioni centrali fuori bilancio.


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