I parlamentari bolognesi scrivono a circolo Arcigay “il Cassero”

I parlamentari bolognesi scrivono a circolo Arcigay “il Cassero”

Al consiglio direttivo del circolo Arcigay “il Cassero”

Vorremo anche noi condividere la soddisfazione per un risultato faticosamente raggiunto sia pure non ancora definitivo, e vorremmo perciò dar conto non solo dei nostri voti, che si sono per altro attenuti all’esito del confronto nel gruppo, ma delle scelte compiute dal Pd a cui si deve il testo iniziale della proposta, il suo incardinamento nella discussione in aula, il voto finale.

La discussione e gli emendamenti approvati in aula hanno modificato il testo uscito dalla commissione soprattutto per la volontà nostra di inserire l’omofobia come aggravante penale.
Non abbiamo certo bisogno di spiegarvi quante volte agressioni e lesioni personali sono motivate da odio omofobo e quanto fosse necessario riconoscerlo. Questa nostra scelta ha comportato il cambiamento di orientamento di quasi tutta la Pdl, la rottura della maggioranza, il loro voto contrario unito alla minaccia di una dura opposizione al Senato.
Il sostegno di Scelta Civica è stato invece condizionato dall’emendamento a cui fate riferimento. Forse è opportuno per chiarezza riportare il testo come risulta dopo gli emendamenti: «4. Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni. »

Il testo porta alla luce il difficile equilibrio tra valori costituzionali che ha accompagnato sempre la legge Mancino: la tutela dei diritti individuali, il rispetto delle differenze ex art.3 e la libertà di opinione ex art. 21, cardine di qualsiasi democrazia moderna. A noi pare che il limite vero di questo emendamento sia che dice cose già meglio normate nel dettato costituzionale, dettato costituzionale che ne costituisce anche il campo di riferimento in quanto le organizzazioni devono comunque muoversi all’interno dei principi costituzionali. Inutile e rindondante ma non tale da costituire zone franche come temuto.

Il suo accoglimento nasce da motivazioni politiche e mira ad ottenere che al Senato ci sia una maggioranza a sostegno della legge che noi fortemente abbiamo voluto e vogliamo. Nasce anche dalla convinzione che l’allargamento del consenso su questi temi ad aree che ne erano culturalmente distanti sia necessario per costruire il cambiamento culturale che costituisce la vera tutela per il rispetto concreto dei diritti civili. Anche le leggi che si è andati a modificare, la legge 354 del 1975, la 122 del 1993 e la 205 del 1993 sono nate con maggioranze larghe, in momenti storici di cambiamento in cui le vecchie appartenenze si erano allentate. Con lo stesso spirito se dalla discussione dei prossimi giorni emergeranno proposte correttive e migliorative siamo certi che ci sarà la disponibilità del Pd ad accoglierle in sede di confronto al Senato dove ci auguriamo si crei un clima più favorevole di quello annunciato da alcune forze politiche in sede di dichiarazione di voto.
Quello di ieri è un primo traguardo. Ma di strada da fare ce n’è ancora molta.

Con stima

Paolo Bolognesi, Andrea Demaria, Marilena Fabbri, Carlo Galli, Donata Lenzi, Sandra Zampa


Condividi:

No comments yet.

Join the Conversation