Governo, incontro tra Napolitano e Renzi al Quirinale. Italicum in aula

Governo, incontro tra Napolitano e Renzi al Quirinale. Italicum in aula

Repubblica 10 febbraio 2014

Letta bis, staffetta o elezioni anticipate: il leader Pd a colloquio dal capo dello Stato per due ore. La direzione dem fissata al 20 febbraio potrebbe essere anticipata a giovedì 13. Riforma elettorale, giorno della verità: l’area Cuperlo interna al partito insiste su altre due modifiche: la garanzia sulla parità di genere e le primarie obbligatorie

ROMA – Incontro a sorpresa questa sera tra il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il segretario del Pd, Matteo Renzi. Un colloquio, durato due ore, che avviene alla vigilia di un appuntamento cruciale: l’approdo della riforma della legge elettorale alla Camera. Domani, infatti, l’Italicum sbarcherà a Montecitorio ma la minoranza interna al Pd continua a insistere sulla necessità di modificarlo. Il via libera (o meno) alla nuova legge e al pacchetto di riforme si lega comunque al destino del governo: domani Napolitano dovrebbe incontrare anche il premier Enrico Letta. Tra Letta bis, staffetta o elezioni anticipate, il colloquio al Colle tra il presidente della Repubblica e il leader dem servirà a fare chiarezza sugli scenari futuri possibili.

Lo ribadisce anche Matteo Richetti, deputato Pd vicino a Renzi, che alla trasmissione tv Otto e mezzo dice: “Domani sarà una giornata centrale per la legge elettorale in aula e il presidente Napolitano ha incontrato Renzi per discutere quali scenari sono possibili per il governo. Non possiamo pensare che Renzi adesso prema per andare a Palazzo Chigi, ma il governo è aggrovigliato su se stesso”.

Nel frattempo, si apprende anche che la direzione del Pd sul governo, fissata proprio da Renzi per il 20 febbraio, potrebbe essere anticipata a giovedì di questa settimana. La direzione di giovedì 13 febbraio avrebbe dovuto essere dedicata all’Europa e all’ingresso del Pd nel Pse. Ma potrebbe esserci un cambio di programma.

Per la riforma elettorale, intanto, è giunto il giorno della verità, vale a dire quello del voto. Domani infatti l’aula di Montecitorio inizierà ad esaminare e a votare i 450 emendamenti alla legge. Molti di essi sono tattici, nel senso che ciascun gruppo potrebbe ritirarli una volta che sia chiaro che l’accordo Renzi-Berlusconi-Alfano tiene. Per questo oggi il segretario del Pd ha avuto una serie di colloqui, a partire da uno con Denis Verdini, anche in seguito alle tensioni per un emendamento del relatore Francesco Paolo Sisto (Fi).

Le modifiche chieste dall’area Cuperlo. Sull’Italicum, tuttavia, l’area Cuperlo (di minoranza) vuole che il partito porti avanti tre correzioni alla legge elettorale: la garanzia sulla parità di genere, le primarie obbligatorie anche se con deroga per la prima consultazione e il ‘lodo Lauricella’, che prevede l’entrata in vigore del nuovo sistema solo dopo la riforma del Senato. E’ questo l’orientamento emerso nella riunione di questo pomeriggio alla Camera, in vista dell’assemblea del gruppo con Renzi che è stata rinviata a domattina alle 8.30.

I punti sono considerati un segno di “responsabilità” da parte della sinistra che dovrebbero essere portati avanti da “tutto il partito” e non da una minoranza. Alcuni partecipanti hanno sottolineato come l’emendamento “Lauricella” vada nella direzione indicata da Renzi per un pacchetto complessivo di riforme. Per questo, c’è ottimismo sul fatto che il Pd nel suo complesso faccia sua la questione, così come l’alternanza di genere nelle liste e le primarie che potrebbero diventare obbligatorie non dalla prima consultazione, ma dalla seconda.

Il capogruppo alla Camera del Pd, Roberto Speranza, frena sugli emendamenti della minoranza ma apre al confronto interno al partito: “Sono convinto che al momento del voto sulla legge elettorale il Partito democratico sarà compatto. C’è una discussione positiva in corso, che non può e non deve essere derubricata in termini di maggioranza e minoranza. Non ci saranno emendamenti di area, ma soltanto emendamenti del Pd”.

Gianni Cuperlo però sottolinea: “Gli emendamenti della minoranza Pd alla riforma della legge elettorale non intaccano l’accordo” stipulato al Nazareno tra Renzi e Silvio Belrusconi e, quindi, non rappresentano “un rischio per le riforme”. Cuperlo ha poi auspicat che sui tre punti qualificanti che saranno presentati domani durante l’assemblea dei gruppi Pd “ci sia la più ampia convergenza in seno al partito”.

Intanto il premier Letta ha incontrato diversi esponenti del Pd in vista dell’iniziativa che prenderà in settimana per rilanciare l’azione di governo. A quanto si apprende da fonti parlamentari, Letta ha visto anche Cuperlo che nella direzione Pd di giovedì scorso ha invitato i democratici a fare chiarezza sul rapporto con il governo. Nell’incontro, Cuperlo ha chiesto al premier di accelerare il chiarimento per rafforzare l’azione dell’Esecutivo. Da questo punto di vista l’ipotesi che il rilancio dell’Esecutivo si limiti a un rimpasto è giudicata insufficiente dalla minoranza ‘dem’.

Impasse in commissione. L’approdo in aula rischia di slittare a causa di un nuovo intoppo dovuto alla ripartizione dei voti in seggi. L’algoritmo presente nel testo avrebbe avuto una “falla” secondo Pd e Fi, che hanno annunciato di voler presentare un emendamento per riformularlo. Ncd però si è messa di traverso, con il timore che un’eventuale modifica possa svantaggiare i partiti più piccoli. Il comitato dei 9 della commissione Affari costituzionale della Camera si tornerà a riunire nel pomeriggio per esaminare i 450 emendamenti presentati in Aula dai vari gruppi.

Un altro emendamento presentato dal Pd alla legge elettorale prevede una modifica sulla soglia di sbarramento per le coalizioni che si abbassa dal 12 al 10%. La norma, a prima firma Marilena Fabbri, se approvata dall’assemblea cambierebbe l’articolato in questo modo: le coalizioni di liste la cui cifra elettorale nazionale sia pari ad almeno il 10 per cento (non più il 12, ndr) dei voti validi espressi”. Un emendamento identico è stato depositato anche da Popolari per l’Italia.


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