Gli stranieri residenti in Italia sono oltre 4 milioni e 900 mila, di cui un milione sono minori. Rappresentano l’8,1% della popolazione italiana, dato molto importante che deve far riflettere sul cambiamento epocale ed inarrestabile che sta attraversando la nostra società. Il dibattito sulla riforma della legge sulla cittadinanza è più attuale che mai e credo che ormai siano maturi i tempi per arrivare ad una soluzione condivisa tra la maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento.
Una proposta di legge di iniziativa popolare e 21 d’iniziativa parlamentare sono infatti le proposte di legge presentate da quasi tutti gli schieramenti politici (ad eccezione di Lega nord, Fratelli d’Italia e Scelta Civica) e l’obiettivo, che insieme ai colleghi della Commissione, mi sono posta è quella di riuscire a portare in aula un testo unico in tempi brevi. La Commissione Affari Costituzionali ha infatti rimesso in calendario il provvedimento che dovrebbe riprendere la discussione a breve con l’obiettivo di portare il testo in Aula prima della pausa estiva.
La parte più difficile sarà quella di andare a comporre un testo che vada a cogliere i punti di contatto fra le diverse proposte, ma che abbia come spirito quello di agevolare e semplificare l’accesso alla cittadinanza, come riconoscimento di un diritto ai minori che nascono in Italia.
Nelle intenzioni mie e del PD, il testo unificato dovrebbe introdurre diversi aspetti migliorativi alla legge n. 91/92, ma in particolare prevedere le condizioni per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di minori nati in Italia o arrivati entro i 12 anni di età attraverso due percorsi distinti e complementari e NON alternativi: da una parte quello dello ius soli temperato (che lega il diritto della cittadinanza per nascita al tempo di permanenza legale dei genitori sul suolo italiano), dall’altra quello dello ius culturae (che lega la cittadinanza alla frequenza della scuola dell’obbligo in Italia per uno o più cicli).
A) IUS SOLI TEMPERATO (lega il diritto della cittadinanza per nascita al tempo di permanenza legale dei genitori sul suolo italiano e quindi la loro scelta di sviluppare un progetto di vita in Italia)
Il minore straniero nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno è soggiornante/residente legalmente in Italia da almeno cinque anni, acquista la cittadinanza italiana su richiesta di un genitore all’ufficiale dello stato civile del Comune in cui la famiglia risulta residente .
Se il genitore non esercita il diritto, l’interessato potrà farne richiesta entra due anni dal compimento della maggiore età.
E’ importante che i bambini nati in Italia possano iniziare il loro percorso scolastico da italiani per rafforzare la loro integrazione e il senso di appartenenza. Devono avere gli strumenti per rapportarsi alla pari con gli altri bambini italiani, evitando così traumi e discriminazioni e avendo più chiara la percezione di sé all’interno della comunità.
Nel caso dello “ius soli temperato” il requisito principale è essere nato in Italia, ma il diritto viene temperato dal tempo di permanenza legale dei genitori sul suolo italiano. In questo caso si sta lavorando per capire qual è il titolo in base al quale si può misurare e accertare che la famiglia abbia un progetto di vita nel nostro paese, tale da riconoscere la cittadinanza al figlio. Per alcune proposte di legge per dimostrare la presenza in Italia si chiede il solo permesso di soggiorno, per altri la carta di soggiorno di lungo periodo, una differenza che in termini temporali varia da uno a cinque anni.
B) IUS CULTURAE (lega la cittadinanza ad un percorso culturale/scolastico in Italia del minore interessato)
I minori nati in Italia da genitori stranieri che non sono nelle condizioni di cui al caso A) o arrivati in Italia entro il dodicesimo possono acquistare la cittadinanza italiana su richiesta di un genitore o di chi esercita la responsabilità genitoriale, all’ufficiale di Stato civile del Comune di residenza, se hanno frequentato, in Italia, per almeno cinque anni un istituto del sistema scolastico nazionale ovvero di formazione o qualifica professionale.
Se il genitore non esercita il diritto, l’interessato potrà farne richiesta entra due anni dal compimento della maggiore età.
L’ipotesi dello “ius culturae”, è spesso indicato da più parti come principio base quando si parla di una cittadinanza da legare al “percorso scolastico” . In realtà è importante che entrambe le ipotisi di acquisto della cittadinanza da parte dei minori italiani siano previsti per rimarcare da un lato la differenza tra chi nasce e chi arriva, e permettere ai primi di entrare a scuola da cittadini, ma dall’altro di non escludere chi non si trova nelle condizioni dello IUS SOLI TEMPERATO, ma ha tutti i presupposti per riconoscersi come cittadino italiano, per le scelte di vita fatte dai genitori e per il percorso/contesto di integrazione scolastico e culturale in cui è vissuto.
Considerato inoltre che l’opportunità di richiedere la cittadinanza italiana a favore del minore, spetta ai genitori, questo comporta un coinvolgimento dell’intera famiglia di origine straniera in un processo di scelta particolarmente significativa e delicata che ha il suo punto di equilibrio nel rapporto tra le proprie origini e ciò che si sta costruendo per se e per il futuro dei propri figli
Poiché tocca, evidentemente, ai genitori decidere di richiedere la cittadinanza italiana per i loro figli, non possiamo non tener conto di quello che può essere tradotto come un’ulteriore atto di volontà di adesione ed integrazione a quelli che sono i valori e i principi della cultura italiana.
In caso di non scelta da parte dei genitori, viene comunque riconosciuto alle ragazze ed ai ragazzi interessati di richiedere al Sindaco del proprio Comune, entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, il riconoscimento della cittadinanza senza condizioni, se non quelli già previsti da ius soli temperato e ius culturae. Nel riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri, passa un concetto di giustizia e di coesione sociale che non possiamo più negare, ed è quindi importante che il particolare momento che vede l’Italia impegnata in una difficile accoglienza di esodo di massa di immigrati che arrivano in Italia con mezzi di fortuna illegalmente, non deve rallentare o impedire il riconoscimento che i ragazzi e le ragazze delle seconde generazioni di stranieri venuti in Italia regolarmente e che qui hanno sviluppato il loro progetto di vita aspettano da tanto tempo per sentirsi pienamente italiani e mai più estranei o esclusi.
On. Marilena Fabbri