I dati ISTAT sull’occupazione di marzo 2016 sono confortanti e in controtendenza rispetto a quelli di febbraio, laddove evidenziano un tasso di disoccupazione al’11,4%, il livello più basso dal 2012. Dopo che a febbraio il risultato era stato negativo con una riduzione degli occupati di 87.000 unità (lo 0,4% in meno) a marzo si assiste a una inversione di tendenza con un aumento di circa 90.000 occupati (lo 0,4% in più) e si torna in questo modo più o meno ai livelli di gennaio.
L’aumento riguarderebbe sia i lavoratori dipendenti (42.000 in più quelli stabili e 34.000 quelli a termine) sia i lavoratori indipendenti (14.000 in più). Questa crescita dell’occupazione non riguarda i giovani tra i 25 e i 34 anni. Nel complesso, il tasso di occupazione sale dello 0,2% raggiungendo il 56,7%.
Dati che fanno ben sperare, ma che vanno sicuramente letti in un arco temporale medio lungo per accertarne l’effettiva portata legata ad una ripresa economica e non a fluttuazioni mensili. Come hanno fatto molti paesi europei, Germania in primis e come sostengono molti economisti sarebbero indispensabili provvedimenti di carattere più strutturale a cominciare da una politica di investimenti pubblici, che speriamo possano trovare spazio da un miglio utilizzo dei fondi europei, da un nuovo slancio nel completamento delle infrastrutture già finanziate e ferme da anni e riapertura agli investimenti degli enti locali, tra i veri motori di sviluppo del nostri paese. Diverse sono inoltre le problematiche che incontrano i lavoratori e che vanno verificate e sistemate, dall’esplosione dell’uso dei voucher a discapito delle forme contrattuali più tutelanti, ai ritardi nel riconoscimento degli ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro, ai licenziamenti per riorganizzazioni aziendali. Il nostro impegno come deputati PD, in particolare a sostegno del lavoro quotidiano dei colleghi della Commissione lavoro, continua ad essere di verifica degli effetti dei provvedimenti normativi e degli abusi impropri a discapito dei lavoratori, nonché di stimolo al governo a seguire i tavoli di crisi aziendali d’interesse nazionale.