Atti vandalici contro il PD

Atti vandalici contro il PD

Sono arrivati a 10 in pochi mesi gli episodi di vandalismo ed intimidazione nei confronti delle sedi del PD, dei suoi volontari e militanti. Concordo con il segretario Donini quando dichiara che dietro a questi atti c’è una strategia politica delirante. Confido nel lavoro delle forze dell’ordine e della Magistratura affinchè questi criminali vengano assicurati alla giustizia quanto prima. Agli iscritti, militanti e volontari del PD va tutta la mia solidarietà, in ogni caso il Partito Democratico non si farà intimidire da atti di tale bassezza!

Di seguito il testo dell’interpellanza presentata e la trascrizione del dibattito in aula.

Interpellanza:

FIANO, STUMPO, ROBERTA AGOSTINI, BERSANI, BINDI, CUPERLO, D’ATTORRE, MARCO DI MAIO, FABBRI, FAMIGLIETTI, GASPARINI, GIORGIS, GULLO, LATTUCA, LAURICELLA, MARCO MELONI, NACCARATO, PICCIONE, POLLASTRINI, RICHETTI, ROSATO, FRANCESCO SANNA, MARTELLA e DE MARIA. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
numerosi episodi con diversi livelli di gravità e pericolosità dell’azione offensiva sono accaduti negli ultimi mesi presso sedi e circoli del Partito democratico presenti su tutto il territorio nazionale; da ultimo, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno 2014 si è verificato l’ennesimo attentato con il lancio di una bottiglia incendiaria contro una sede del Partito democratico a Trento; questo grave episodio era stato preceduto soltanto qualche giorno prima da un altro gravissimo atto di aggressione, costituito dall’esplosione di un ordigno rudimentale contro la sede provinciale del Partito democratico di Firenze; nonostante il Governo abbia intensificato in alcune città la vigilanza presso le sedi del Partito democratico, a causa del ripetersi di simili attentati, risulta evidente la necessità di un ulteriore aumento delle misure preventive di sicurezza da parte delle forze dell’ordine presso tali sedi; da notizie a mezzo stampa sembrerebbe che l’autorità di polizia e la magistratura inquirente siano potuti risalire all’identificazione degli autori degli attacchi in taluni di questi casi e sembrerebbe riscontrabile una comune matrice ideologico-organizzativa, il cui obiettivo, apparentemente, sarebbe costituito non tanto dai singoli esponenti locali del Partito democratico, quanto piuttosto dall’idea di contrastare con la violenza alcune linee di politica nazionale condotte dal Partito democratico; l’articolo 49 della Costituzione prevede che «tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» e, pertanto, l’attacco ad una sede di partito equivale ad un attacco all’intera democrazia del nostro Paese, che fa degenerare il legittimo diritto all’espressione pacifica di un dissenso politico in un’inaccettabile aggressione fisica e violenta a danno delle sedi di un partito o dei cittadini che lì si riuniscono; a fronte di questa preoccupante escalation di violenze è necessario che le autorità preposte continuino a isolare, prevenire e reprimere ogni forma di violenza politica, separando così il diritto ad esprimere un dissenso politico dal netto respingimento di ogni traccia di eversione –: sulla base delle conoscenze sin qui acquisite dal Governo, quale sia la valutazione sulla matrice e sul grado di pericolosità di tali eventi, nonché quali ulteriori iniziative straordinarie intenda adottare al fine di offrire tutta la sorveglianza necessaria atta a garantire la libera associazione in partiti e la libertà di riunione di tutti i cittadini, come nel caso degli iscritti al Partito democratico.

Estratto della discussione alla Camera dei Deputati
(Elementi ed iniziative in merito a recenti attentati ed atti intimidatori presso sedi del Partito Democratico – n. 3-890)

  
iniziative in merito a recenti attentati ed atti intimidatori presso sedi del Partito Democratico (Vedi l’allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) , di cui è cofirmatario.

   NICOLA STUMPO. Signora Presidente e signor Ministro, negli ultimi mesi numerosi episodi violenti, con livelli diversi di gravità, si sono succeduti a danno delle sedi del Partito Democratico in tutta Italia, da ultimi, non in ordine di gravità, a Trento ed a Firenze. Tutto questo nonostante la vigilanza, già presente ed intensificata del Governo: questi atti continuano a succedersi.
  Risulta a noi quindi evidente la necessità di un aumento delle misure preventive da parte delle forze dell’ordine affinché ciò non accada più. Da notizie a mezzo stampa a noi risulta che l’autorità di polizia e la magistratura inquirente siano potuti risalire all’identificazione degli autori e anche alla matrice ideologica organizzativa, il cui obiettivo apparentemente sarebbe costituito, non tanto rispetto ai singoli esponenti locali, quanto piuttosto – e mi avvio a concludere – all’idea di contrastare con la violenza alcune linee di politica nazionale condotte dal Partito Democratico. Nel rispetto dell’articolo 49 della Costituzione, in cui si prevede il diritto per tutti i cittadini di associarsi liberamente, io le chiedo, visto che questi atti sono contro la Costituzione, qual è, sulla base delle conoscenze acquisite dal Governo, la valutazione sulla matrice e sul grado di pericolosità di tali eventi, nonché quali ulteriori iniziative straordinarie intenda adottare al fine di offrire tutta la sorveglianza necessaria atta a garantire la libera associazione in partiti e la libertà di riunione di tutti i cittadini, come nel caso degli iscritti al Partito Democratico.

   PRESIDENTE. Il Ministro dell’interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

   ANGELINO ALFANO, Ministro dell’interno . Signor Presidente, onorevoli deputati, consentitemi innanzitutto di esprimere la mia solidarietà al Partito Democratico per i due attentati perpetrati a danno delle sedi di Firenze e Trento, cioè gli attentati richiamati dai colleghi. Desidero assicurare che in entrambi i casi sono state avviate serrate azioni di indagine per l’individuazione dei responsabili. Nel caso di Trento, l’episodio sembra ascrivibile ad una linea di aspra contestazione per la posizione assunta dal Partito Democratico in merito alla realizzazione della TAV. In questo senso depone il rinvenimento, nei pressi della sede fatto oggetto del lancio di una bottiglia incendiaria, di un volantino di solidarietà con attivisti del Movimento no TAV arrestati a Torino qualche tempo fa. I presunti autori dell’attentato potrebbero appartenere all’area anarco-insurrezionalista che, insieme a quella antagonista, si contrappone, anche con modalità violente, all’esecuzione dei lavori.
  Per quanto riguarda l’episodio di Firenze, che ha visto interessato l’edificio in cui è ubicata la sede regionale e provinciale del partito, il gesto, finora non rivendicato, sembra far pensare ad un tentativo incendiario. Prendendo in esame le 72 azioni delittuose che dall’inizio dell’anno hanno interessato le sedi del PD, le prime conclusioni a cui sono pervenuti gli esperti analisti del Viminale sulla base degli elementi informativi e di scenario portano a ritenere che questa lunga scia di fatti sia connotata da un unico filo conduttore. Più in particolare, sembra delinearsi una matrice che riconduce la sequenza delle aggressioni alle sedi del PD alla volontà da parte della vasta galassia dell’antagonismo, soprattutto di estrazione anarchica, di opporsi in forme decisamente estreme alle linee di politica governativa nazionale perseguite dallo stesso partito, più di recente in materia di riforma di accesso al lavoro e di grandi opere. Non manca, inoltre, il tema dell’adesione alle scelte adottate dall’Unione europea.
  Il Governo non sottovaluta il significato di tutti gli atti di violenza contro sedi di partito o di sindacato o di altri luoghi che rivestano un valore simbolico per la collettività o per sue singole componenti. Si tratta di gesti che, anche quando hanno solamente carattere dimostrativo e non producono danni rilevanti, sono meritevoli della più ferma condanna in quanto odiosi ed esecrabili. Ciò detto, le forze dell’ordine sono costantemente impegnate nelle attività di vigilanza e di protezione delle sedi dei partiti, con particolare riferimento in questa fase a quelle del Partito Democratico. Inoltre, sono state impartite disposizioni volte ad intensificare il costante monitoraggio in funzione di prevenzione dei vari ambiti da cui può originarsi la contestazione violenta, dando specifica attenzione alle iniziative dell’antagonismo estremista collegate alle tematiche ambientaliste e del lavoro. L’impegno che assumo come Ministro dell’interno è che si perseguirà con fermezza ogni tentativo rivolto ad alimentare un clima di contrapposizione violenta o strumentalizzare le rivendicazioni legate al disagio sociale ed economico.
   PRESIDENTE. L’onorevole Fiano ha facoltà di replicare.

   EMANUELE FIANO. Signor Presidente, signor Ministro, grazie intanto per la solidarietà che lei espresse subito dopo i due attentati che ha ricordato e per la risposta che ci ha dato oggi. Come lei comprenderà bene, a parte la condivisione di quello che lei ha detto, per noi è difficile dire che siamo soddisfatti perché l’intervento suo di oggi all’interrogazione avviene dopo una lunga serie di oltre novanta episodi che ci vedono protagonisti come Partito Democratico. Quindi, la nostra valutazione, che concorda con quello che lei ci ha detto e, quindi, la ringraziamo per la risposta, è che, come lei ha detto poc’anzi, molti gruppi o gruppetti in Italia, anche se non organicamente e strutturalmente collegati tra di loro, hanno individuato in questi ultimi mesi e anche in questi ultimi anni nel Partito Democratico, oggi principale partito del Paese e principale partito di Governo, un nemico da combattere, anche con la violenza.

  Siamo consapevoli che, per fortuna, questa violenza ancora non ci riporta indietro, non riporta indietro le lancette dell’orologio della storia ad altri anni terribili della storia di questo Paese ma, pur tuttavia, quell’idea, che noi democratici respingiamo, che coloro che militano nei partiti o che sono rappresentanti delle istituzioni possano lasciarsi intimidire da chi pensa che dissenso sia uguale a violenza è un’idea sbagliata. Noi non ci lasceremo intimidire, forti sia della conferma dell’impegno e dell’appoggio delle forze dell’ordine e del Governo, che lei qui rappresenta, ma anche di un principio generale perché noi pensiamo che l’esistenza del dissenso significhi democrazia e che la democrazia, che si esprime sia nelle istituzioni che nei partiti, sia il luogo dove la maggioranza e la minoranza insieme, soprattutto quando non sono d’accordo, difendono i diritti di entrambi. La violenza è sempre nemica della democrazia e così continueremo il nostro lavoro nel nostro partito, per il nostro partito e per il Paese.


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