INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Per sapere:
Premesso che –
Nel marzo 2014 l’INAIL ha elaborato un dossier dedicato alle differenze di genere nel mondo del lavoro lette attraverso i dati sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali (dati 2012);
Nel 2012 le lavoratrici rappresentavano il 41,3% del totale degli occupati, in aumento di 110mila unità rispetto all’anno precedente (+1.2%). Oltre al numero delle occupate è aumentato anche il numero delle donne disposte a lavorare, con un incremento del 16,5%. Tale maggior propensione all’impiego, come segnalato dall’INAIL, è dovuta all’aumento delle lavoratrici straniere, al numero delle lavoratrici ultracinquantenni trattenute al lavoro per effetto della riforma delle pensioni, e all’incremento delle donne indotte a cercare un impiego per compensare eventuali perdite di reddito “maschile” a causa della crisi economica. Nonostante questo fenomeno la quota di donne occupate sul totale della popolazione è rimasto di gran lunga inferiore alla media europea, pari al 47,1% contro il 58,6%;
Nel quinquennio 2008-2012 benché gli infortuni occorsi alle donne siano diminuiti del 12.8%, l’incidenza degli stessi rispetto al totale degli incidenti è aumentata di quasi cinque punti percentuali, passando dal 28.6% al 33.3%. Nello stesso periodo sono significativamente diminuiti gli incidenti con esito mortale, passando da 86 a 66 casi, di questi 36 avvenuti in itinere: un dato particolarmente significativo legato probabilmente al fatto che le donne sono principalmente occupate (per oltre il 50%) in attività domestiche, sanità, servizi sociali e amministrazione pubblica, di per sé meno pericolose ma più soggette a spostamenti casa-lavoro;
La fascia di età tra i 35 e i 49 anni risulta essere la più colpita con il 44% di infortuni e del 36% di incidenti mortali. La graduatoria dei settori di attività economica con maggior incidenza infortunistica femminile vede al primo posto il personale domestico (88.9%) seguito da sanità e servizi sociali (73.6%) e abbigliamento (71.9%). Oltre il 73% degli infortuni dei dipendenti statali coinvolge le donne, anche per la maggior presenza delle stesse tra i lavoratori delle Amministrazioni Pubbliche;
La riduzione degli incidenti femminili, tra il 2008 e il 2012, è stata più rilevante in Agricoltura (-26.9%) che nell’industria e servizi (-12.9%) e tra i dipendenti dello Stato (-4.5%);
Il rapporto segnala inoltre che il dato relativo alle malattie professionali ha continuato a crescere fino al 2011 e solo nel 2012 si è registrata una battuta d’arresto (-1.5%) –
Di quali azioni il Ministro interrogato intenda farsi promotore per affrontare, con finalità preventive, il fenomeno degli infortuni sul lavoro considerata l’incidenza particolarmente significativa che lo stesso ha sulle lavoratrici soprattutto nei settori dove la presenza delle donne è più rilevante, a partire dalla Pubblica Amministrazione.
MAESTRI